Metaverso: che cos’è, come si entra e perché è stato creato?
Quando abbiamo cominciato ad utilizzare il web, ci appariva qualcosa di completamente alieno rispetto alla nostra quotidianità. Oggi, al contrario, ci sembra impossibile tornare a vivere come in quel mondo in cui eravamo 20 anni fa, senza internet, smartphone e tutta questa tecnologia che ci circonda.
Che cos’è il Metaverso?
La paternità del termine “Metaverso” è da attribuire all’autore americano di fantascienza Neal Stephenson, noto per il romanzo cyberpunk “Snow Crash”, in cui presenta una realtà virtuale condivisa su una rete mondiale a fibre ottiche, in cui le persone vivono attraverso degli avatar e agenti software interagiscono tra loro in uno spazio a tre dimensioni.
La parola “Metaverso” è costituita da “meta“, che significa oltre e da “verso“, che deriva da universo.
In parole semplici potremmo considerare il Metaverso come l’erede di quello che oggi è internet, un insieme di mondi virtuali interconnessi e collaborativi dove milioni di persone possono interagire tra loro tramite degli avatar, la versione digitale di noi stessi, che grazie alla computer grafica può riportare i nostri stessi lineamenti fisici oppure rappresentarci in altri modi. Non avremo più semplicemente una foto profilo, ma un’immagine tridimensionale e interattiva.
Come si entra nel Metaverso e come funziona?
Indossando un visore e altri accessori (es. dei guanti) ci potremo immergere in enormi metropoli virtuali in cui condurre una vera e propria vita parallela con il nostro alter ego: fare riunioni con i colleghi di lavoro, incontrare amici per chiacchierare o giocare, svolgere attività di fitness, partecipare a un concerto, seguire corsi di formazione e, ovviamente, fare shopping.
In teoria sarà possibile fare acquisti grazie alla tecnologia della Blockchain e gli NFT, per entrare in possesso esclusivo di contenuti, prodotti e servizi virtuali. Come ha affermato Mark Zuckerberg, andremo in un attimo da un posto all’altro del Metaverso, letteralmente ci “teletrasporteremo”.
Probabilmente faremo anche cose che in questo momento nemmeno immaginiamo, che vanno ben al di là di una semplice partita a carte o una chiacchierata con gli amici, oppure una riunione interattiva di lavoro. In fondo, anche solo una decina di anni fa, avremmo mai pensato che milioni di persone avrebbero rinunciato totalmente alla propria privacy e condiviso ogni istante della propria vita con foto e video? Oppure che sarebbero nati nuovi personaggi in grado di fatturare milioni di euro grazie alla condivisione di consigli di make-up o fitness, oppure giocando alla Playstation in streaming?
Andando leggermente più sul tecnico, il Metaverso è una tecnologia che permette di trasporre contenuti digitali nel mondo reale, sfruttando dispositivi hardware per poter interagire dal mondo reale a quello virtuale. Rappresenta un universo parallelo virtuale, in cui vivere esperienze immersive più che mai fino ad oggi.
Tornando alle parole di Zuckerberg in merito al Metaverso:
“Esso sembra un ibrido fra l’esperienza dei social network di oggi estesa alle tre dimensioni o proiettata nel mondo fisico”.
E proprio come Facebook o Instagram, è un universo virtuale popolato da content creators che possono condividere le loro creazioni.
Perché è stato creato il Metaverso e perché potrebbe avere successo?
Tante persone sono deluse e insoddisfatte della loro vita reale. Non sempre, infatti, si riescono a raggiungere gli obiettivi di vita che ci si è prefissati, oppure non ci si sente abbastanza alti, belli e sexy. Insomma, non si è mai completamente contenti di quello che vediamo, sentiamo e in generale viviamo. Per non parlare dei problemi che ogni giorno si devono affrontare o, spesso, non si vogliono affrontare.
Proprio per questo le persone cercano, da sempre, di svagarsi e socializzare ma soprattutto cercano una fuga dalla imperfetta quotidianità, poco piacevole, per rifugiarsi – ognuno come può o come sa – in posti “sicuri e confortevoli” del proprio cervello, in un certo senso dei mondi paralleli: dai casi peggiori e deleteri come droga e alcool, per arrivare alle cose buone come la meditazione oppure hobby, sport, giochi che mantengono distratta la mente.
Tra le distrazioni e i sistemi virtuali paralleli possiamo annoverare i social media in cui, il più delle volte, si cerca di apparire migliori dando vita, in fondo, a degli alter ego costruiti ad arte.
Ma la tecnologia evolve e – con i videogame e la realtà virtuale – questi mondi diventano sempre più avanzati, complessi e realistici, fino ad arrivare a quello che potrebbe essere l’erede di tutto ciò che è il web e i social network: il Metaverso.
È quasi la realizzazione di ciò che abbiamo intravisto in film come “Il mondo dei replicanti” del 2009 con Bruce Willis, nel colossal di James Cameron “Avatar” sempre del 2009 o in “15 milioni di celebrità”, una delle puntate della serie Netflix “Black Mirror” (2011 – 2019).
Ecco quindi una potenziale risposta alla domanda Perchè esiste il Metaverso e perché potrebbe avere successo?: alla base dei Metaversi c’è uno dei più grandi bisogni degli esseri umani, cioè essere felici e smettere di soffrire. Il Metaverso rappresenta, quindi, una fantasia radicata nell’uomo da molto tempo di sfuggire ai limiti del corpo e del mondo in cui vive.
Non possiamo affermare se sia giusto o sbagliato, etico o meno, tuttavia pare che già oggi molte persone lo vogliano e c’è chi sta correndo per darglielo, in primis colossi come Facebook, Microsoft, Google che chiaramente hanno fiutato l’opportunità di fare tanti altri miliardi di dollari negli anni a venire.
Il primo tentativo di Metaverso ad avere più o meno successo è stato Second Life nato nel 2003. Un altro esempio è quello dei giochi di ruolo online, tra questi Fortnite in cui milioni di avatar di giocatori si sfidano in azioni di guerra. All’interno di questo videogame si organizzano anche eventi come concerti ai quali le persone partecipano con il proprio alter ego virtuale.
La pandemia ha forse accelerato questa corsa verso l’era Web 3.0 e della sua immersività, dato che stiamo vivendo un’epoca in cui è complesso interagire con le persone in presenza e quindi mantenere una (sana e serena) vita sociale. Nel contempo le abitudini sono un po’ cambiate per cui videocall, smart working o formazione online sono diventate attività quotidiane normali e addirittura preferibili.
È pensabile quindi che ci possa presto essere un’intera generazione di persone che preferirà vivere quasi 24 ore su 24 in una mega villa su una soleggiata spiaggia del Metaverso, anziché in un condominio di una piovosa città di provincia. Anche perché, nel Metaverso, si potrà vivere ma anche guadagnarsi da vivere, con conseguenze negative che possiamo solo immaginare a livello di ripercussioni sulla salute del corpo e della mente delle persone.
L’inizio della fine dello smartphone (e non solo)?
Potrebbe essere l’inizio di un declino del telefonino, infatti aziende come Meta / Facebook e Microsoft – che hanno preso davvero sul serio la tematica Metaverso – hanno iniziato una vera e propria guerra ad aziende come Apple e Samsung, in quanto focalizzeranno il loro business sulla vendita di visori per la realtà virtuale e/o aumentata (es. Oculus) per sostituire totalmente smartphone, tablet e, chissà, anche computer desktop e portatili.
L’obiettivo di un visore è essere, o meglio, sentirsi in un determinato luogo e non guardarlo solo attraverso una piccola finestra. Meta, è chiaro – vuole essere la prima azienda a permettere tutto ciò, a creare un intero ecosistema in cui far convivere le persone, ma senza intermediari tecnologici, come invece avviene adesso con l’Apple iPhone o i Samsung Galaxy, creando inoltre uno store di oggetti e servizi virtuali per vivere in maniera più agiata nel Metaverso, come facciamo adesso con gli store delle applicazioni che scarichiamo dall’App Store di Apple o da Google Play.
Il futuro del Metaverso
A questo punto verrebbe anche da chiedersi che cambiamenti subirà l’industria dei trasporti pubblici e privati se potremo essere in qualsiasi parte del mondo in un solo istante, anche quello delle palestre subirà variazioni importanti, se potremo avere un allenatore virtuale in casa con uno schiocco di dita.
Ma pensiamo anche come cambierà l’arte e l’approccio ai musei, la scuola e la formazione in generale e anche il modo di fruizione di film e spettacoli. Molto probabilmente potremo diventare degli astronauti e visitare la Luna o Marte come se fossimo lì per davvero, senza tutti i rischi e i costi connessi a un viaggio spaziale.
Una lista del genere è infinita e forse si sta guardando un po’ troppo avanti, ma tutto fa presagire che i cambiamenti potrebbero essere tanti e drastici, costringendo moltissimi mercati a doversi rivoluzionare per adeguarsi agli straordinari cambiamenti sociali che avverranno. Basti pensare all’evoluzione del mondo e dell’economia quando siamo passati dai cavalli alle automobili per arrivare agli aerei.
Ci saranno imprese che spariranno, così come sorgeranno aziende e professioni che in questo momento facciamo fatica a immaginare che saranno in grado di generare guadagni enormi in poco tempo. Alcune di queste sono già dei giganti del digitale, ma altre sono oggi delle micro attività o startup visionarie, che se acquistate adesso a cifre irrisorie potrebbero poi produrre guadagni ora impensabili, quasi come chi ha investito in Google, Amazon, Facebook, Apple anni e anni fa.
Nel frattempo, per dare un’occhiata a come potrebbe evolvere la nostra vita con l’avvento a pieno regime del Metaverso sicuramente possiamo darla grazie al gaming online e alle più attuali modalità con cui è possibile giocare. Dal metagioco si passerà al metalavoro o, addirittura, alla metavita (o una vita a metà?).
Metaverso: quando partirà per davvero?
Tuttavia l’evoluzione non avverrà domani, ma tra una decina di anni, perché prima che tutto ciò possa essere vero serviranno software molto potenti, hardware in grado di fare quantità di calcoli mostruosi, ma serve anche il pubblico che usa tutto questo.
Basti pensare al web di 20 anni fa, quando i navigatori erano pochi milioni e l’abbondanza di contenuti (in certi casi anche troppi) non era certamente quella che abbiamo oggi e l’esperienza era molto meno piacevole e interessante.
Che sia tra pochi o tanti anni, è sempre meglio farsi trovare preparati perché l’utenza oggi esiste e sono tante le potenziali persone disposte ad entrare subito in questi mondi paralleli non appena sarà loro possibile.
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Glossario: Web, Internet, Realtà virtuale, Avatar, Startup